Molte persone che vengono in terapia lo fanno per lavorare sulle proprie relazioni. Questo perché, dopotutto, la qualità delle nostre relazioni determina la qualità delle nostre vite.

I problemi familiari sono spesso legati alle lotte che definiscono i confini.  I problemi matrimoniali, di solito, implicano aspettative non soddisfatte. I problemi di lavoro possono essere generalmente ricondotti ad interazioni impegnative con i colleghi. Chi è single spesso rivela una storia di relazioni deludenti a causa dell’incapacità di stabilire dei confini e di comunicare i propri bisogni. Qualunque sia il problema, uno dei temi comuni che emergono è, che durante queste relazioni, qualcuno sopprime i propri bisogni e non comunica chiaramente. Quella persona è, il più delle volte, quello che nelle relazioni riveste il ruolo di “ammortizzatore”.

Cos’è un ammortizzatore?

In un veicolo, gli ammortizzatori riducono i sobbalzi e le vibrazioni per rendere la guida più fluida per tutti in macchina. Senza gli ammortizzatori, la corsa è irregolare e scomoda, i freni non funzionano come dovrebbero e le gomme si consumano rapidamente.

Nelle relazioni, chi riveste il ruolo di “ammortizzatore” accetta, ignora o minimizza il comportamento sconsiderato o scortese degli altri per ridurre l’impatto ed evitare conflitti. L’ “ammortizzatore” vorrebbe parlare, protestare o difendersi, ma teme che ciò non farà che peggiorare le cose. Così, nel tempo, non parlare diventa la modalità di comunicazione predefinita.

L’ “ammortizzatore” diventa spesso così abile nel gestire tutte le persone intorno a se, anticipando e disinnescando i problemi, che è a malapena consapevole di farlo. L’ “ammortizzatore” non si rende conto, almeno all’inizio, che questa strategia per mantenere la pace ha un costo enorme: i propri bisogni vengono continuamente subordinati ai bisogni di coloro che lo circondano.

Come faccio a sapere se sono un “ammortizzatore”?

Gli ammortizzatori sopprimono abitualmente i propri bisogni per il comfort degli altri.

Hai buone probabilità di essere un “ammortizzatore” se:

  • ti senti responsabile di dover mantenere l’armonia, non solo nelle tue relazioni, ma anche tra coloro che ti circondano;
  • ti ritrovi a spiegare o giustificare il comportamento degli altri per smorzare l’impatto di ciò che è realmente accaduto;
  • ti assumi sempre più responsabilità a causa dei livelli di stresso dell’incompetenza degli altri;
  • spesso provi risentimento, sovraccarico o ansia nelle tue relazioni, specialmente con le persone a cui sei più vicino;
  • potresti imbarazzarti se un amico conoscesse tutta la verità su quanta responsabilità ti assumi e quanto poco sei considerato o quanti comportamenti ingiusti sopporti per evitare conflitti;

 

Perché dovrei smettere di essere un “ammortizzatore”?

“Funzionare” come ammortizzatore è spesso molto efficace a breve termine: quando i tuoi figli adulti non si parlano tra di loro, tu rappresenti la pace; quando il tuo capo si prende il merito della tua idea in una riunione, stringi i denti e sorridi; quando il tuo partner smette di parlarti per giorni, lo aspetti e poi fingi che non sia successo niente.

Potresti rimuginare in silenzio, ribollire o lamentarti con un amico. Ma mai rischieresti il confronto, affrontando la situazione direttamente: “Perché peggiorare le cose?”. Questo è quello che, sicuramente, ti dici.

In realtà, però, la base di relazioni “sane”, tutte le relazioni, è una comunicazione chiara. Senza una comunicazione trasparente, le relazioni non possono e non dovrebbero sopravvivere. Sfortunatamente, una comunicazione chiara può sembrare impegnativa e complicata. Molte persone detestano il confronto e preferiscono tollerare la disarmonia piuttosto che rischiare il conflitto.

Ma il conflitto, anche se può spaventare, in verità fa bene. Ovviamente non il conflitto violento che fa terra bruciata intorno, che è dannoso ed improduttivo. Ma un conflitto “sano” e ponderato, in cui è consentito a tutti di esprimere e quindi assumersi la piena responsabilità delle proprie parole e azioni.

Un conflitto “sano” è la via più diretta per la crescita di una relazione. Mentre la perfetta armonia, che richiede un alto livello di evitamento, stordisce noi e tutte le persone che ci circondano.

Certamente, in ogni relazione, ci sono momenti in cui è meglio soprassedere e/o  lasciare andare qualcosa. Un conflitto “sano” non significa essere pignoli su ogni parola e azione di coloro che ci circondano. E non si tratta di chiedere agli altri di diventare l’ammortizzatore al posto tuo.

 

Qui più indicazioni su come gestire i conflitti

 

Se vuoi che le tue relazioni siano più soddisfacenti devi cambiare e smettere di rivestire il ruolo di “ammortizzatore”.

Come dice un vecchio slogan di protesta: “Silenzio = Morte”. In questo caso stiamo parlando della morte dell’autostima, della morte dei sogni e della morte della crescita individuale e collettiva.

Se vuoi che le tue relazioni siano più soddisfacenti, devi provare a darti il permesso di esprimere i tuoi bisogni e di fissare dei limiti, consentendo agli altri di raccogliere le conseguenze del proprio comportamento.

 

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Spesso per paura del conflitto e di danneggiare o peggiorare una relazione, finiamo col rivestire il ruolo di “ammortizzatore”, sopprimendo abitualmente i nostri bisogni per il comfort degli altri. Ma questo, se può sembrare efficacie a breve termine, nel lungo periodo può erodere l’intimità emotiva e danneggiare noi stessi, oltre che le nostre relazioni.