Quando prendiamo decisioni per cambiare (o per non farlo), agiamo in un mondo di incertezza. Non importa quante informazioni raccogliamo o quanto razionale possa essere il nostro processo decisionale, c’è sempre la possibilità che il risultato sia diverso da quello che ci aspettavamo.
Come puoi gestire le inevitabili delusioni che derivano dal vivere nel mondo reale? Come fare i conti con il rimpianto?
Alcune persone hanno rimpianto per un breve periodo, mentre altri possono andare avanti per mesi o addirittura decenni. Ma tutti dobbiamo imparare ad affrontarlo.
Gestire il rimpianto in modo più adattivo
Facciamo l’esempio di Giulia, che ha deciso di accettare un nuovo lavoro, sperando che migliorerà sostanzialmente la sua vita. Dopo quattro mesi dall’inizio del nuovo lavoro, ha scoperto che il lavoro ed il suo capo non sono esattamente quello che aveva in mente. Ora si sente depressa ed infastidita, e le sembra che non ci sia nulla nel suo attuale lavoro che valga la pena fare. Si lamenta con gli altri ed incolpa se stessa per aver preso una decisione così stupida. Si sente infelice.
Dietro il suo rimpianto ci sono cinque modi di pensare che lo alimentano. Ognuno di essi merita di essere esaminato e vale la pena chiedersi se esistono modi più adattativi di vedere la situazione attuale. Pensa ai tuoi rimpianti e vedi se puoi usare queste idee nella tua vita.
1. Perfezionismo esistenziale vs. Preferenze relative
Giulia crede che ci siano alcune cose in un lavoro che sono essenziali. Pensa che il suo lavoro debba essere interessante, significativo, mai noioso e sempre autorealizzante. Crede che tutte queste qualità molto positive siano assolutamente essenziali. Potremmo chiamare questo suo modo di pensare “perfezionismo esistenziale”: sogna una vita perfetta, un lavoro perfetto ed emozioni perfette.
Questo tipo di mondo fantastico non è solo un’illusione, è una trappola. Porta alla delusione e alla disillusione.
Ma cosa accadrebbe se considerasse il suo lavoro in termini di preferenze relative? Secondo questo punto di vista, potremmo preferire il 100%, ma possiamo vedere il valore nell’80%. Le qualità che Giulia considera essenziali sono frutto della sua immaginazione esigente. Se fossero essenziali, allora tutti avrebbero bisogno di quelle qualità nel loro lavoro. Sono preferenze, non bisogni essenziali.
2. Rimpianto e bias del senno di poi
Spesso valutando le nostre decisioni pensiamo che avremmo dovuto saperlo meglio, fare diversamente.
Tornando all’esempio di Giulia, è come se lei pensasse di essere stupida perché il risultato non era quello che voleva. Ma ha preso la decisione con le informazioni disponibili in quel momento.
Tutti noi siamo bravi a prevedere cosa è successo ieri. Ma non siamo sempre accurati nel prevedere il domani. Basta guardare le previsioni del tempo.
Un modo razionale per Giulia di guardare a questo è che ha preso una decisione nell’incertezza ed ora i risultati sono arrivati. L’incertezza significa una gamma di possibilità. Questa è una di loro.
3. Rimpianto e flessibilità delle aspettative
Abbiamo tutti aspettative su come dovrebbero andare le cose.
Giulia aveva aspettative sul lavoro ideale e poi scopre che non è perfetto. Si lamenta: “Non è quello che mi aspettavo”. E questo è vero, ma le nostre aspettative sono semplicemente pensieri arbitrari che abbiamo. Non sono fissati nel cemento. Posso aspettarmi che il treno arrivi alle 10:05 perché questo è ciò che dice l’orario. Ma se in realtà arriva sempre tra “in tempo” e 20 minuti di ritardo, potrei essere saggio a cambiare le mie aspettative per adattarle alla realtà.
Se siamo flessibili riguardo alle nostre aspettative, possiamo trasformare la delusione in una realtà gestibile.
4. Rimpianto e accettazione dei compromessi
Niente è gratis, tutto ha un compromesso.
Quali sono i lati positivi del nuovo lavoro per Giulia? Ad esempio, potrebbe riconoscere che sta imparando nuove competenze, che la nuova azienda offre più opportunità di avanzamento rispetto al suo vecchio lavoro e che la paga è migliore. Lo svantaggio è che il lavoro a volte è noioso e il capo può sembrare eccessivamente esigente.
C’è qualcosa nella vita senza compromessi? Quando siamo eccessivamente esigenti e ci rammarichiamo di non ottenere tutto ciò che vogliamo, potremmo non renderci conto che qualsiasi opzione avrà dei compromessi. Ogni scelta implica una rinuncia.
Niente è gratis, c’è sempre un costo nascosto.
5. Autocritica vs. autocorrezione
Spesso finiamo per criticare noi stessi quando i risultati non funzionano.
Giulia pensa di essere stupida perché non ha il lavoro ideale, ma se esaminasse le sue capacità, i risultati e molte altre decisioni che ha preso, vedrebbe che in realtà è generalmente molto capace. E se esaminasse le persone che conosce e rispetta, vedrebbe che spesso hanno preso decisioni che non hanno funzionato.
Il suggerimento per Giulia, e per tutte le Giulia del mondo, potrebbe essere quello di sostituire l’ “autocritica” con l’ “autocorrezione” e, ad esempio, correggere l’idea che ha bisogno del lavoro perfetto, concentrandosi maggiormente sul trarre il meglio dalla situazione, piuttosto che sul criticare se stessa perché le cose non sono andate come previsto.
Concludendo su rimpianto e delusione
Quando i risultati non sono all’altezza delle nostre aspettative, quando le nostre speranze vengono respinte, proviamo delusione e rimpianto, una combinazione distintiva di frustrazione, tristezza, perdita e rabbia che può avere ramificazioni per il comportamento futuro.
Maggiore è la disparità tra risultati ed aspettative, maggiore sarà la delusione. Gestire le nostre delusioni ed il nostro rimpianto ci aiuta a breve termine temperando la puntura iniziale di un esito spiacevole. E a lungo termine ci aiuta nel non dissuaderci dal cercare cambiamenti ed opportunità.
E te come gestisci i tuoi rimpianti e delusioni? C’è sempre un altro modo di vedere le cose.
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