Battute d’arresto, fallimenti e perdite fanno parte della vita. Ma quanto tempo occorre per riprendersi da un fallimento?  E, soprattutto, come si fa?

Ovviamente, non c’è un tempo standard che va bene per tutto e tutti, ma il  “quanto tempo occorre” dipende sia dall’entità della perdita o del “fallimento”, sia, e soprattutto, da come noi reagiamo a quell’evento negativo. 

Le ricerche, infatti, suggeriscono che le persone mentalmente forti riescono meglio a superare un fallimento usando strategie, intrinseche o apprese. 

Come le persone mentalmente forti si riprendono dal fallimento 

La ricerca suggerisce che le persone mentalmente forti hanno determinate caratteristiche e tratti della personalità che li rendono meglio attrezzati per riprendersi dal fallimento. Una di queste è, ad esempio, la maturità emotiva, che è particolarmente importante per la forza mentale e la resilienza perché consente a una persona di vedere la realtà per quello che è. 

Al contrario, le persone emotivamente immature tendono a non accettare la realtà e a riscrivere fatti scomodi in modo che si allineino meglio con la loro mentalità preesistente. Le persone mentalmente forti, al contrario, accettano le conseguenze delle loro scelte, inclusa la capacità di andare avanti. 

6 modi per riprenderti meglio da un fallimento 

Possedere tali tratti innati è certamente da aiuto. Ma tutti possono aumentare la propria resilienza durante i momenti difficili avvalendosi di determinate strategie, basate sulle seguenti 6 cose che fanno le persone mentalmente forti: 

1.Utilizzare l’accettazione

Le persone mentalmente forti si rendono conto che tutti hanno battute d’arresto ed accettano che i “fallimenti” (divorzi, posti di lavoro persi, ecc.) facciano parte della vita. Accettano che, quando ci si assumono dei rischi o si esce dalla propria zona di comfort, si possa incorrere in qualche elemento di “fallimento” o battuta d’arresto. E resistono all’impulso di incolpare eccessivamente se stessi accettando la realtà per quella che è.

2.Riformulare il fallimento

Le persone mentalmente forti sono sia di mentalità aperta che flessibili sulla risoluzione dei problemi e tendono ad evitare il pensiero rigido. Utilizzano un self-talk positivo e resiliente per superare le loro battute d’arresto. Infatti, “se cambi il modo in cui guardi le cose, le cose che guardi cambiano” (Wayne Dyer). E cambiare la tua narrativa su una battuta d’arresto consente di creare nuove riformulazioni cognitive e auto-narrazioni. L’inventore Thomas Edison, ad esempio, ha riformulato i suoi esperimenti “falliti” per creare una nuova auto-narrazione: “Non ho fallito; Ho trovato solo 1.000 modi che non funzionano”. Credeva che ogni fallimento lo portasse un passo più vicino a trovare la soluzione.

3.Sfruttare il fallimento per la crescita futura

Le persone mentalmente forti si chiedono: “Come avrei potuto farlo diversamente? Cosa ho imparato su ciò che funziona e cosa ho imparato su ciò che non funziona?”

4.Essere onesti con i propri sentimenti e riconoscere la delusione

Le persone mentalmente forti non seppelliscono i loro sentimenti, né vi sguazzano. Li riconoscono e si danno il tempo di elaborare la battuta d’arresto. I sentimenti di tristezza, delusione, devastazione o rifiuto sono normali e non hanno nulla di strano o di cui aver paura.

5.Essere ottimisti

Le persone mentalmente forti tendono ad avere una visione ottimistica della vita e gli studi hanno dimostrato che esiste una relazione tra ottimismo e soddisfazione nella vita. Sanno che non c’è fallimento che non possa essere superato, finché continuano a provare. Ad esempio, il defunto Steve Jobs è stato licenziato da Apple, una società da lui creata. In seguito dichiarò che “è stata la cosa migliore che sia mai accaduta”. Lo ha usato come un’opportunità per muoversi in un’altra direzione, creando NeXT e Pixar. Non puoi sempre dare un senso alle cose nel momento, ma mentre colleghi i puntini del tuo passato, potresti essere in grado di vedere che c’è del positivo nei tuoi “fallimenti”.

6.Essere auto-compassionevoli

 Per attingere all’auto-compassione quando ti senti giù, prova a chiederti: “Cosa direi a un buon amico che ha vissuto quello che sto vivendo io?” Ecco, adesso ripetilo a te stesso.

 

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