Il dolore emotivo è ossessionante. Ha un modo per penetrare in ogni crepa e riempire spazi che un tempo erano pieni di altre emozioni e che ora sono lasciati vuoti e vulnerabili.
Molte persone che lottano con la perdita di una persona cara sono alla disperata ricerca di modi per far tornare tutto alla “normalità”, ma quando si tratta di dolore e perdita, non c’è davvero alcuna normalità. Ogni persona soffre in un modo unico e l’aspettativa che un giorno quel dolore potrà andare via per sempre e completamente potrebbe essere malsana.
Miti sul dolore
Il dolore emotivo è onnicomprensivo, nonostante le molte norme sociali che tentano di convincerci diversamente. Quindi è importante per le persone in lutto imparare a riconoscere i propri miti sul dolore: questi possono fare più male che bene quando cerchiamo di affrontare la perdita.
Ecco alcuni miti sul dolore emotivo:
– “Cerca di non pensarci”
Sicuramente chi da questo consiglio è spinto da un intento positivo, cioè la speranza di distrarre per un momento la persona in lutto per ridurre il suo dolore. Però non è realistico aspettarsi che una perdita importante possa essere accantonata quando diventa scomoda o troppo dolorosa.
Dopo la perdita di una persona cara, non ci sarà mai un giorno in cui ti svegli e non ci pensi o non ti ricordi di questa persona e della sua scomparsa dalla tua vita, in qualche modo.
Alcuni sopravvissuti alla perdita potrebbero invece apprezzare l’opportunità di pensare e parlare liberamente del loro dolore e, quindi, offrire supporto sotto forma di “Sono qui se hai bisogno di qualcuno che ti ascolti” o “Capisco che è difficile pensare ad altro” potrebbe essere già “curativo” di per sé.
– “Mantieni le tue normali routine”
Questo è un suggerimento che, in genere, ha lo scopo di spronare le persone in lutto ad andare avanti, impedendo loro di ristagnare e rimanere “bloccate” nella loro tristezza; l’intento è di cercare di prevenire uno scivolamento verso la depressione della persona in lutto.
Sfortunatamente, spesso provoca anche emozioni negative: senso di colpa per il fatto che in qualche modo non si riesce ad assumere le proprie responsabilità o confusione su come potrebbe andare la vita quando è stato scavato un buco profondo.
Quando una persona cara scompare improvvisamente, è probabile che non ci siano routine che non ne risentano. Ogni singolo momento di ogni singolo giorno, in particolare nei primi mesi successivi ad una perdita, sarà influenzato e modificato in qualche modo.
Ancora una volta, “normale” è irrilevante, perché non c’è più una routine normale, un programma normale o una giornata normale da aspettarsi. Potrebbe essere più utile condividere un semplice “Fammi sapere se hai bisogno di aiuto con le cose quotidiane che devono essere fatte” o anche semplicemente lasciare la spesa e offrirti di svolgere semplici commissioni.
– “Parlare della persona che se n’è andata peggiorerà le cose”
Nonostante il suono pratico di questo consiglio, va contro il modo in cui i nostri corpi e le nostre menti soffrono. Anzi, questo mito può far sentire la persona che soffre come se i propri pensieri e le proprie emozioni dolorose sempre presenti fossero sbagliate, quando in realtà non esiste un modo sbagliato di soffrire.
Permettersi ed essere capaci di condividere ricordi e sentimenti sui propri cari perduti può aprire una strada per stare meglio, soprattutto se a chi soffre viene data la libertà di raccontare sentimenti sia positivi che negativi.
Spesso è proprio la persona in lutto che, come strategia di fuga dal dolore, non si da il permesso di parlare della persona che ha perso. Altre volte, sono le reazioni di coloro che la circondano che influenzano notevolmente la sua capacità di far ricorso a questo “sollievo terapeutico”.
Ma ricorda: solo perché una persona non è più presente fisicamente non vuol dire che quella persona sia assente anche nel pensiero.
Se le persone che soffrono per la perdita non vogliono parlare della persona amata, te lo diranno, ma nella maggior parte dei casi sarà confortante sapere che i loro cari non sono scomparsi dai tuoi pensieri.
– “Cerca di mantenere un atteggiamento felice”
Probabilmente l’intenzione di questo consiglio va nella direzione di migliorare l’umore di una persona in lutto. Ma in realtà, generalmente, ha l’effetto opposto. Spesso, le persone che hanno subito una perdita possono provare rabbia in risposta ai tentativi degli altri di migliorare il proprio umore semplicemente perché hanno bisogno di qualcuno che convalidi le proprie emozioni.
Questo non vuol dire che concentrarsi solo sulla devastazione che il dolore porta sia l’opzione migliore, ma piuttosto normalizzare la nostra esperienza di colpa, rabbia, paura ed altro, dà a questi sentimenti uno sfogo e può togliere parte del loro potere.
Tentare di soffocare le emozioni negative perché causano disagio non funziona mai e può renderle cognitivamente più grandi. Se stai soffrendo o stai cercando di aiutare qualcuno in lutto, consenti loro di sentirsi a proprio agio nell’esprimere qualsiasi emozione, non solo quelle che ti rassicurano.
Il dolore è un processo di guarigione che trasforma le nostre vite
In sintesi, il dolore altera ogni pezzo dell’esistenza di chi è in lutto e questo può anche essere positivo, in qualche modo, una volta che lo shock iniziale si attenua ed è possibile andare avanti. La vita può essere ricostruita, ma la cosa più importante è non aspettarsi che il dolore scompaia.
Il dolore sarà un compagno. Può essere distruttivo, ma può anche essere potenziante. Chi è in lutto può imparare a ricostruire la propria vita attorno al dolore. Aspettarsi che te stesso o gli altri ripristinino la tua vita senza l’immenso buco che è stato lasciato in essa è irrealistico e dannoso per il recupero.
Consenti a te stesso di vedere il tuo dolore come un’espressione d’amore che non puoi più mostrare fisicamente a qualcuno che ti è stato portato via.
Proprio come l’amore è fluido, così è il dolore. Proprio come non esiste un modo “giusto” di amare, non esiste un modo “giusto” di soffrire.
Invece di aspettarti che il dolore scompaia, aspettati di imparare a vivere intorno ad esso, attraverso di esso e nonostante esso.
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Il dolore non è qualcosa di “finito” ed imparare a riformularlo come un processo può aiutare a stare meglio. Nel processo di elaborazione del lutto riconoscere i propri miti sul lutto può aiutare la persona ed i suoi cari ad affrontare tale processo in modo più efficace, cioè imparando a ricostruire la propria vita attorno al dolore.