Non è che sono stressato. È come se avessi progredito oltre, sono più che stressato, quasi intorpidito. Gestire i miei figli e le loro infinite esigenze sembra impossibile. Sono sempre incasinato. … La gente dice: “Deve essere così difficile lasciare i tuoi figli e andare al lavoro”, e non posso dire loro il mio sporco piccolo segreto: non vedo l’ora di lavorare. Lì mi sento bene. Lì, so cosa fare, lo faccio e tutti sono contenti del mio lavoro. Sono calmo e concentrato sul lavoro. Ho quell’energia che viene dalla realizzazione, sai? La genitorialità non è proprio così.
Le parole di questo genitore ti suonano familiari? Condividi in parte o tutto? Capita anche a te di sentirti frustrato e consumato dal tuo ruolo genitoriale? Non ti preoccupare, sei in buona compagnia. Il parental burnout è sempre più diffuso e il lockdown da Covid-19 non ha fatto altro che esacerbarlo e renderlo più evidente.
Cosa è il Parental Burnout?
Innanzitutto partiamo dal definire cosa è il burnout o la sindrome da burnout: letteralmente potremmo tradurlo con l’espressione “essere bruciati” o, meglio, “esauriti” dal proprio lavoro. È una condizione di stress cronico derivante dal contesto lavorativo, che porta la persona che ne soffre a sperimentare logoramento psicofisico ed emotivo, affaticamento, delusione, demotivazione e, quindi, improduttività.
Nel parental burnout, invece, l’esaurimento non è associato al contesto lavorativo, ma a quello famigliare. Nello specifico è associato all’essere genitori, al ruolo genitoriale.
Il burnout dei genitori si distingue inoltre dalla depressione, in quanto chi ne soffre non sperimenta un senso globale di esaurimento. È bruciato dal suo ruolo genitoriale, ma non, ad esempio, dal suo lavoro. Anzi, il lavoro potrebbe essere il salvagente che tiene a galla la persona, l’unica cosa che le offre soddisfazione ed efficacia in quel momento.
Il fatto che una persona che soffre di parental burnout possa provare piacere nel lavoro, essere interessata al lavoro e, anche, essere energica e motivata nel contesto lavorativo, suggerisce che questa persona non è clinicamente depressa. La depressione infatti è un costrutto senza contesto. Non è qualcosa che va e viene, è globale. Pervade la maggior parte delle aree della vita. Le persone che soffrono di depressione clinica tendono ad essere generalmente esauste. Non riescono a dormire, sono distratte e inefficaci sul lavoro. Provano un senso di pesantezza o lentezza, che può fluire e rifluire durante il giorno, ma non è circoscritto al lavoro rispetto al tempo passato in casa.
Se, ad esempio, dico a una persona clinicamente depressa che sto assumendo una tata, una governante e un’assistente personale per prendersi cura del 95% delle sue seccature quotidiane, e che la invierò in vacanza, con tutte le spese pagate, in un esotico resort su una bellissima isola, probabilmente questa persona si presenterà in quel resort, ma si metterà a letto e dormirà. Non sarà in grado di provare interesse per le opportunità che offre il resort. Neanche la cucina a cinque stelle la tenterà. Se facessi lo stesso con un genitore “bruciato”, il risultato sarebbe molto diverso. Certo, il primo giorno quel genitore si riposerà, ma dopo dirà: “Resort, eccomi!”. Il genitore “bruciato”, rassicurato sul fatto che i suoi figli sono in buone mani e che è libero di dedicarsi alla cura di sé, procederà a farlo.
Nel parental burnout, infatti, l’esaurimento è specifico al contesto genitoriale. Ed è questo che lo distingue dalla depressione e dalla sindrome da burnout.
Come si caratterizza il burnout dei genitori?
I genitori bruciati si caratterizzano per sperimentare:
– esaurimento;
– distacco;
– senso di inefficacia.
Esaurimento. I genitori bruciati sono sfiniti dalle richieste incessanti della genitorialità. Sebbene possano avere periodi di riposo, non si ricaricano mai completamente. Sono sempre in modalità sopravvivenza, il che ovviamente porta a maggiore stanchezza e stress. Inoltre, il parental burnout è associato ad un sonno disordinato, che può essere dovuto a diverse cause: può essere legato ai risvegli notturno dei bambini o al loro svegliarsi troppo presto la mattina; oppure possono essere i sensi di colpa e lo stress a disturbare il sonno; altre volte può esserci un’associazione tra parental burnout e uso problematico di alcol, che va ad interferire con l’avere un sonno riposante.
Distacco. I genitori bruciati riportano un senso di distacco dai loro figli. Operano con il pilota automatico e sono meno in grado di trarre piacere da quelle interazioni genitoriali quotidiane che erano solite fornire piacere. È difficile per loro fornire ai loro figli un senso di “amore sentito”, il che significa che il loro senso di essere un buon genitore è esaurito. E questo può diventare un circolo vizioso.
Senso di inefficacia. I genitori bruciati si sentono inefficaci. Potrebbero avere difficoltà specifiche: rivalità tra fratelli, un figlio con difficoltà di apprendimento, un figlio con un temperamento intensamente reattivo o qualsiasi altra situazione che sembra per loro irrisolvibile. Potrebbero tentare di intervenire e trovare i propri tentativi sventati e, conseguentemente, sentirsi ancora più inefficaci. La sensazione provata è che essere genitori sia un compito troppo grande per loro, per il quale si sentono inadeguati.
Perché il burnout dei genitori è pericoloso?
Il parental burnout è pericoloso per la salute dei bambini, poiché potrebbe portare a sentimenti quali l’ideazione di fuga, rabbia e ad atteggiamenti quali l’abbandono, la violenza verbale, fisica o psicologica.
Inoltre si può instaurare una relazione circolare tra il burnout dei genitori e una negligenza degli stessi: il burnout può portare ad un aumento della trascuratezza, che, conseguentemente, porta, a sua volta, ad un aumento dell’esaurimento e così via.
Anche il distacco sperimentato dal genitore bruciato può essere pericoloso a lungo termine per la salute mentale dei bambini: quando un genitore è distaccato, non può sintonizzarsi con il proprio figlio e questo può portare a conseguenze deleterie.
Genitori bruciati: cosa fare?
Cosa si può fare per combattere il burnout dei genitori?
Innanzitutto, realizzare che è la componente morale della genitorialità che può portare al burnout: i genitori cercano di essere “genitori perfetti”, ma questo non è possibile, e alla fine si esauriscono.
Una volta realizzato che il genitore perfetto non esiste, per il bene dei bambini, è importante fare qualunque cosa necessaria per “ricaricare le batterie”, al fine di evitare l’esaurimento, il senso di distacco e di inefficacia, descritti precedentemente. E quindi è importante chiedere aiuto a parenti e amici o ricorrere ai vari servizi di supporto.
vai alla fonte in lingua originale
Molto spesso quando si diventa genitori accade un fatto strano: si comincia ad assumere un ruolo, dimenticando di essere persone con i propri pregi ed i propri limiti, persone autentiche, dotate di sentimenti reali. Ed imprigionati in questo ruolo, alcuni genitori sentono la responsabilità di essere qualcosa di meglio che semplici persone: devono essere sempre all’altezza della situazione, devono sempre amare i figli, devono essere sempre tolleranti, devono mettere da parte i propri bisogni e sacrificarsi per i figli, devono essere giusti in ogni circostanza, ecc. Quando i genitori nutrono delle aspettative così elevate, è molto probabile che questo terribile carico di responsabilità li porti a “bruciarsi”: sentirsi incapaci, esaurirsi e provare distacco nei confronti dei figli.Quindi è importante ricordarsi che il genitore “perfetto” NON esiste e che è fondamentale chiedere aiuto e farsi aiutare.