Sei preoccupato per il tuo lavoro? Sei preoccupato per la tua salute? Per le tue finanze o per la tua relazione sentimentale?
Indipendentemente dal “cosa” ti preoccupa, l’ansia arriva perché il tuo cervello anticipa un evento ed inizi a domandarti: “E se, e se, e se?” arrivando poi a darti delle risposte che non ti piacciono.
L’ansia deriva, cioè, dal credere che si verificherà un esito negativo di un evento futuro e dal non sentirsi in grado di gestirlo. E questo non può che non terrorizzarti.
Come posso fare a gestire la mia ansia? Ti starai, quindi, domandando. Oggi, però, non ti darò delle risposte, ma al contrario delle domande.
Porsi queste domande può ridurre la tua ansia
Un passo fondamentale per gestire l’ansia e ritrovare un po’ di pace interiore e benessere è quello di identificare quei pensieri che provocano, innescano la tua ansia, per cercare poi di disinnescarli.
A questo scopo (identificare i pensieri ansiogeni) può essere utile porsi delle domande.
Ecco quattro domande che possono ridurre il tuo livello di ansia.
1. Perché sono ansioso?
Questa può sembrare una domanda banale, ma in realtà molto spesso le persone ansiose non sono in grado di dire con esattezza perché sono ansiose. Su richiesta, generalmente, rispondono: “tutto mi provoca ansia”.
Se hai la sensazione che tutto ti provochi ansia, molto probabilmente stai mettendo in atto un processo di “accatastamento” in cui ammucchi i tuoi problemi uno sopra l’altro.
Questo processo di “accatastamento” comporta che ad ogni problema viene dato lo stesso livello di urgenza ma, ad esempio, la preoccupazione per quale dolce preparare per una festa di compleanno non ha lo stesso peso di avere un familiare malato in ospedale.
Quindi, identificare le tue preoccupazioni è un primo passo essenziale per ridurre il tuo livello generale di ansia. E ti aiuterà a stabilire le priorità e a concentrarti su quelle più urgenti.
Ad esempio, potresti scrivere le varie preoccupazioni che hai e cerchiare le prime tre che secondo te richiedono un’attenzione più immediata.
2. Quali sono le probabilità che la mia paura diventi realtà?
Dopo aver identificato le tue principali preoccupazioni, rifletti sulla probabilità che possano diventare realtà.
Spesso, infatti, trattiamo le nostre preoccupazioni come fossero imminenti ed inevitabili. Tuttavia, la maggior parte di queste preoccupazioni hanno in realtà una bassa probabilità di accadere. E comprendere queste probabilità può ridurre la tua ansia.
3. Cosa posso fare per abbassare la probabilità stimata?
Dopo aver stimato le probabilità che le tue preoccupazioni diventino realtà, rifletti su quali misure ragionevoli puoi intraprendere per ridurre ulteriormente tali probabilità.
N.B.: “ragionevoli” è in grassetto e pure sottolineato.
Rispondere a questa domanda, infatti, ti aiuterà a concentrarti sulla tua sfera di controllo, cioè su quello che puoi o non puoi controllare, e conseguentemente a riflettere su quali siano i rischi da tollerare per vivere funzionalmente la tua vita.
Facciamo un esempio. Mettiamo che tu per paura di morire in un incidente d’auto decida di smettere di guidare. Sicuramente non essere dentro o vicino ad un’auto può ridurre a zero il rischio di morire in un incidente d’auto. Tuttavia, tale comportamento (disadattivo) può portare a problemi significativi, interferendo con la propria capacità di lavorare, socializzare o far fronte a diverse responsabilità familiari.
Quindi riflettere su quali misure ragionevoli puoi intraprendere per ridurre la probabilità di fare un incidente stradale significa tollerare qualche rischio continuando a guidare e, ad esempio, adottare misure proattive come non andare troppo veloce, non essere distratti dall’elettronica, guidare quando c’è meno traffico, scegliere un percorso familiare in una giornata limpida o avere un passeggero come secondo paio di occhi ed orecchie.
Adottare misure ragionevoli all’interno della tua sfera di controllo rende meno probabile che la tua paura di morire in un incidente d’auto diventi realtà.
4. Qual è il costo della mia ansia?
Spesso ci fissiamo su ciò che può andare storto e dimentichiamo di guardare l’altra faccia della medaglia. Non assumersi rischi calcolati è di per sé un rischio. Il comportamento di evitamento ha un costo per la tua crescita personale: ti trattiene e ti impedisce di raggiungere il tuo massimo potenziale e di vivere pienamente la tua vita.
Ad esempio, supponiamo che tu eviti di perseguire una promozione lavorativa, o una qualsiasi opportunità o cosa che desidereresti fare o avere a causa dell’ansia. Tale comportamento di evitamento ti impedisce di imbatterti in esperienze che possono portare ad un tuo arricchimento (materiale e non) e a vivere una vita che vale la pensa di essere vissuta.
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Rispondere a queste quattro domande non risolverà ogni tua preoccupazione o risolverà l’enigma dell’ansia. Tuttavia, può aiutarti a sviluppare una prospettiva più adattiva sulle tue preoccupazioni, il che è un buon punto di partenza per ridurre i livelli di ansia.
“In ogni momento abbiamo due opzioni: fare un passo avanti nella crescita o tornare indietro nella sicurezza” (Abraham Maslow).
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